L'infermiere è il professionista che in un reparto si occupa di tutte le necessità del ricoverato:
Naturalmente il servizio professionale offerto dall'infermiere non sostituisce ma integra l'aiuto dei familiari e le implicazioni affettive che queste comportano.
Tra i suoi compiti vi è infatti quello di seguire anche le persone vicine al paziente, con attività di sostegno e rassicurazione magari nel corso di un operazione chirurgica o in caso di gravi malattie ecc.
Questa attività è peraltro parte integrante delle tecniche di terapia o di miglioramento della qualità della vita, che si fonda su basi statistiche e scientifiche già sperimentate con ottimi risultati.
Si chiama "nursing" ed è una teoria che ritiene che una buona assistenza sappia stimolare le capacità residue dell'individuo migliorandone le condizioni fisiche e psicologiche.
La professionalità consiste quindi nel valutare il grado di autosufficienza di ogni paziente e di compensare con un intervento qualificato le funzioni che temporaneamente o permanentemente non è in grado di svolgere.
Le scelte fatte dal professionista in base a queste valutazioni e in conformità ad un processo scientifico, si riconducono al "piano di assistenza infermieristica" e vengono registrate in apposite cartelle.
L'infermiere dovrà anche avere la capacità di discriminare tra le numerose richieste di assistenza provenienti dai pazienti di un reparto, determinando le più urgenti per poi quindi stabilire una precisa priorità
La grande capacità di un singolo non potrà comunque garantire l'efficienza di un intero reparto; cosa che invece dipende dalla qualità dell'organizzazione, intesa come complesso del lavoro e delle risorse da impiegare.
La gestione di questa complessa organizzazione fatti di orari e rifornimenti dei presidi sanitari, di controllo sulla farmacia di reparto e di pasti, di visite parenti ecc., è demandata al Caposala, anche detto infermiere coordinatore, il quale decide anche in merito ai turni di lavoro delle maestranze.
Quasi ovunque, questo lavoro di gestione, viene supportato da ausili informatici moderni e dedicati.
All'interno del reparto è prevista anche la figura del "tutor", una sorta di maestro sul campo a cui possono fare riferimento studenti tirocinanti e neo-assunti.
Relativamente alle mansioni domestico-alberghiere l'infermiere si avvale di figure ausiliarie di supporto, che operano sotto il suo diretto controllo e la sua responsabilità
Si tratta dell'ambito in cui i supporti tecnologici e le tecniche scientifiche trovano la loro massima espressione e per i quali è richiesta la maggiore professionalità
Pronto soccorso, sale operatorie, rianimazione, dipartimenti di espianto/trapianto d'organi sono aree critiche dove il fattore tempo e quello professionale diventano vitali.
Per lavorare in questi reparti sono richieste qualità umane e professionali non comuni, che comunque si sviluppano anche con l'esperienza e la passione.
Spirito di squadra e intraprendenza, disponibilità ed equilibrio mentale sono indispensabili per affrontare la forte tensione e la varietà degli interventi normalmente svolti in una centrale del servizio di elisoccorso.
Di sicuro chi ha in animo di svolgere un lavoro dinamico e vario, mostra doti di coraggio e prova ripulsa per la routine, in questo settore troverà tutto ci di cui ha bisogno per sentirsi realizzato.
In sala operatoria l'infermiere è indispensabile nel ruolo di strumentista e collaboratore di sala.
Un ruolo per il quale sono richieste estrema calma e precisione, abilità manuali e profonde conoscenze delle procedure di sterilizzazione.
Anche in questo ambito le capacità di relazione con il resto dell'equipe medica e l'equilibrio psico-emotivo sono doti indispensabili per una corretta gestione di queste delicate attività.
Ma è nel reparto che l'infermiere mostra le grandi competenze di cui è capace, che ne fanno una figura indispensabile, autonoma e molto dinamica, dove le tecniche assistenziali si sposano con la capacità di relazione umana.
Assistere i bambini è un attività estremamente delicata, che implica una specifica preparazione clinico-assistenziale e una capacità di assorbimento degli innegabili forti impatti emotivi che il lavoro reca in se.
Genitori e bambini dovranno ricevere dall'infermiere la stessa serenità e fiducia nell'affrontare la difficoltà del momento.
L'infermiere pediatrico acquisisce competenze specifiche per interpretare il linguaggio non verbale dei neonati, rassicurare i bambini più grandi e conquistare la loro fiducia; eseguire gli interventi terapeutici nel modo meno traumatizzante possibile, sostenere ed educare la madre nella gestione della malattia del suo piccolo.
La ricerca infermieristica in questo campo ha prodotto risultati specialmente nell'individuazione e nel controllo del dolore, aspetto sino ad ora non troppo considerato a causa dell'errato convincimento che i neonati lo avvertissero in forma molto blanda.
Chi fosse interessato alla specializzazione in assistenza pediatrica avrà due alternative di studio: potrà iscriversi al corso universitario di laurea triennale per infermiere pediatrico oppure conseguire il titolo di infermiere e quindi specializzarsi in pediatria, frequentando uno specifico master.